Diventate quasi un accessorio per il look, le AirPods hanno trovato il loro posto nella cultura contemporanea sin dal momento dal momento in cui Apple le ha presentate per la prima volta. Trattasi di cuffiette wireless senza una particolare magia al loro interno se non una usabilità col marchio di fabbrica e un prezzo elevato – ma non troppo. Di queste, le AirPods Pro ne sono la naturale evoluzione, a un prezzo quasi doppio e stavolta davvero elevato in termini assoluti, con un design ancora più contenuto e studiato e una funzione di cancellazione attiva del rumore (“ANC”).
Entrambe, sono diventate il punto di riferimento per il settore degli auricolari Bluetooth, con Apple che ha registrato vendite da record. Personalmente ho acquistato proprio le AirPods Pro, per accompagnare l’iPhone 11. E ora, dopo quasi un mese di ascolto, penso sia venuto il momento buono di scrivere quella che è stata la mia esperienza. Ma non mi basta: ho pensato di metterle a confronto con un altro prodotto, dal prezzo simile, che vanta certe caratteristiche comuni ma che è “dell’altra sponda”: le Microsoft Surface Headphones (la seconda generazione). Una sfida a colpi di suoni, certo, ma anche una gara a chi svuota prima il portafoglio.
Cosa offrono e cosa no le AirPods Pro
Design strabiliante, comodità ineccepibile, eccellente riduzione del rumore -se pensiamo che si tratta di auricolari!-, custodia di ricarica Wireless, distinta potenza e spazialità sonora, collegamento con dispositivi Apple e Mac immediato, il tutto in una autonomia che dopotutto è sufficiente (4 ore in media) anche se a volte sta un po’ stretta.
Dopo un mese di utilizzo attento e ponderato, in particolare con nessuno stress per la batteria (mai sotto il 15-20%), le mie AirPods Pro luccicano ancora come il primo giorno e non si sono manifestati problemi di sorta. Ci tengo a sottolineare che si tratta di auricolari con un chip dedicato (Apple H1) e una finissima tecnologia: non sono eterni, pertanto colpi, cadute, sudore, scariche elettriche e il semplice utilizzo (specie se stressando la batteria) determinano inevitabilmente il degrado. Le AirPods Pro, come tutti gli auricolari True Wireless a batteria, non sono fatte per durare 10 anni.
Il prezzo? Dopo un mese di ascolto, penso di poter affermare che a mio parere, le AirPods Pro di Apple valgono ogni euro speso (e sono tanti, oltre 220): ottima qualità/prezzo, quindi.
Cosa offrono e cosa no le Surface Headphones
Nella loro seconda generazione, le cuffie Surface hanno apportato diversi miglioramenti di comfort e stabilità. Personalmente sono in possesso della seconda generazione, le Microsoft Surface Headphones 2, e questo in breve è ciò che ho tra le mani -o meglio, sulle orecchie: un design moderno e funzionale, una buona comodità sulle cuffie anche se nel complesso potrebbero risultare un po’ strette a chi ha molti capelli o una testa “importante”, una buona riduzione del rumore (ma migliorabile), una eccellente durata della batteria (più di 15 ore!), e una qualità del suono straordinaria.
Purtroppo però, l’interfaccia è a mio parere molto migliorabile: la connessione, persino con un dispositivo Surface come il Surface Book 2, non è immediata e richiede di passare dalle impostazioni bluetooth classiche. Inoltre, quando si gira la rotella per la riduzione del rumore (ottima idea di design) non è ben chiaro a che punto dei 13 livelli di riduzione si sia arrivati. C’è anche una pecca tecnica: siamo nel 2020, e queste cuffie usano ancora il Bluetooth 4.1 e non il più recente 5.0.
E il prezzo? Fuori scala. Intendiamoci, queste cuffie sono fantastiche: si connettono senza fili oppure con il cavo, hanno i controlli touch e le ruote meccaniche per volume e ANC, possono venir usate da più dispositivi, hanno una potenza e una spazialità sonora fantastica, ma per via dei loro difettucci di interfaccia e tecnici, della riduzione del rumore poi non così eccezionale e della comodità ancora migliorabile, mi sembra che pagare più di 260 euro sia esagerato.
Sono soddisfatto?
Molto per le AirPods Pro. Le Surface Headphones sanno far perdonare i loro difetti grazie alla qualità sonora e al design. Però questo è un avvertimento, Microsoft: rilascia aggiornamenti o abbassa il prezzo!
Test perfetto per il sound
Sono molte le canzoni o brani musicali in senso lato con cui testare la bontà di auricolari e cuffie. Dal rock alla musica classica o al’elettronica. Personalmente, ritengo che The Mandalorian del premio Oscar Ludwig Göransson tocchi tutte le note giuste. Da ascoltare incuffiettati a volume alto (ma non dannoso) e con riduzione del volume attivata. E se possibile, a occhi chiusi.
Eventuali alternative
Ce ne sono eccome. Spendendo anche molto meno ci si possono portare a casa, per quanto riguarda gli auricolari True Wireless, le Creative Outlier Gold, oppure le House of Marley Liberate Air con materiali ecologici. Spendendo più o meno la stessa cifra invece, so che ci si può rivolgere verso Sony: i suoi auricolari in ear true wireless hanno una qualità del suono migliore delle AirPods, secondo molti esperti.
Per quanto riguarda le Surface Headphones 2 invece, sta a chi compra decidere: si tratta di cuffie perfette per un regalo a sé stessi e che puntano sulla completezza dell’usabilità. Però si trova di meglio, sotto tutti i fronti, puntando a Bose o Sony.