Un videogioco sulla mitologia classica per appassionati dell’Antica Grecia | Assassin’s Creed Odyssey

Assassin's Creed Odyssey

In questi giorni di distanziamento sociale (per i postumi: siamo nei giorni del COVID-19), è inevitabile, magari dopo il tempo passato a scrivere o a leggere al sole sul balcone, per me, dedicarmi ai videogiochi. Premetterò che senza Assassin’s Creed: Odyssey, di cui andrò a parlare, nel mondo videoludico ho sempre vissuto un grande senso di vuoto, c’era qualcosa che mancava e che neppure i capolavori del fantasy come The Witcher, The Elder Scrolls, Guild Wars, Age of Conan potevano colmare, né potevano quelli della fantascienza come i giochi BioWare su Star Wars, KOTOR e SWTOR, oppure Mass Effect.

Kassandra

Come autore e come lettore, la storia, il mito, le leggende antiche sono ciò da cui sono stato, da sempre, principalmente attratto. Soprattutto la storia antica e in particolare quella di Roma e della culla dell’occidente, la Grecia antica. Il mondo dei videogiochi cosa ha da offrirmi per saziare la sete di avventure nei mondi lontani dell’Impero, della Repubblica, o delle polis?

Assassin's Creed Odyssey

Se dal punto di vista della strategia, gli esempi non mancano (Rome: Total War, i vari Caesar, Empire Earth, Imperium…) dal punto di vista dei giochi di ruolo o di azione, devo essere sincero, l’industria videoludica si è sempre tenuta un po’ troppo alla larga da queste ambientazioni. Forse, per il giustificato motivo della paura di peccare troppo di inadeguatezza e incoerenze storiche. Però stiamo pur sempre parlando di videogiochi, e come i romanzi epici, è permessa un po’ di elasticità. Secondo me, ambientare un gioco nell’antica Grecia o nell’antica Roma, richiede un grande sforzo di ricerca, se il gioco lo si vuole fatto bene, che non tutti i game designers e i produttori sono disposti a compiere.

Alcune storie secondarie sono molto interessanti e con tematiche per adulti. Altre meno…

Così, la mia libreria Steam ha potuto offrirmi solo il giocato e rigiocato RYSE: SON OF ROME, magnifico esempio estetico e adrenalinico di Crytek, i creatori dell’indimenticato Crysis. E per quanto riguarda la Grecia antica? I miti? Le leggende omeriche e non solo? Davvero, il vuoto videoludico sotto questo aspetto è sempre stato per me impossibile da colmare. Fino ad oggi.
Come dicevo, fino ad oggi il vuoto (un enorme buco nero) era tenuto coperto da una blanda pezza di stoffa che faceva tutto il suo meglio per darmi speranza. Questa blanda pezza aveva il nome di RISE OF THE ARGONAUTS, un gioco del lontano 2008 ambientato nell’era argiva e sulla base delle gesta di Giasone e dei suoi Argonauti, in una libera interpretazione della ricerca del Vello d’Oro. Da lettore de le Argonautiche di Apollonio Rodio, avrei forse potuto pretendere più coerenza ma io mi dico, che serve? Il bello della mitologia è proprio che è interpretabile: la ricetta essenziale è… centrare tutti gli ingredienti! E RISE OF THE ARGONAUTS lo fece, era chiara in esso una approfondita ricerca storico mitologica ben trasposta nel gioco nei dialoghi secondari, nelle movenze e nel respiro che impregnava l’ambientazione. Purtroppo, il gioco in sé era molto limitato nella tecnica e nell’aspetto estetico, e penso di essere stato uno dei pochi al mondo ad averne goduto.

Finalmente, poi, una delle più importanti saghe del mondo dei videogiochi, lasciate le Crociate, il l’epoca dell’illuminismo e il mondo piratesco, ha deciso di tentare la spericolata avventura di ambientarsi nelle antichità: così Assassin’s Creed, fenomeno mondiale di Ubisoft, progetto da sempre multimilionario, ha deciso di partire con Origins nell’antico Egitto e di arrivare a Odyssey ambientando uno spettacolare capitolo nella Grecia classica, con tanti e azzeccati intrecci con l’epica mitologica.

Forse è proprio grazie all’enorme budget disponibile e alla grande esperienza degli sviluppatori e alla solidità del franchise, che Ubisoft si è potuta permettere un lavoro di ricerca davvero interessante se calato nel settore videoludico. Sono sicuro che in molti non avranno nemmeno apprezzato questo aspetto, cercando solo il -giustificato- divertimento dell’azione come se si giocasse a un videogioco puramente fantasy ambientato in un mondo che li fa ricordare di qualche nozione appresa a scuola, annoiati sui banchi. Ma non io. Io ho amato Assassin’s Creed: Odyssey e lo sto amando tutt’ora. Anche grazie a un sistema di controlli intuitivo, che riprende l’immediatezza del mitico Prince of Persia del 2008, è il gioco che ho sempre desiderato e spero che tra le mie lettrici e i miei lettori ci siano appassionati dell’epica. A loro dico: non fatevelo scappare!

Combatterete a distanza, all’arma bianca o a pugni!

Magari, se posso dare un consiglio, se non siete dotati di una buona macchina da gioco, aspettate qualche anno e di avere un pc potente: Odyssey è una gioia per gli occhi ma essendo molto recente, ha bisogno di un PC con una scheda grafica molto performante. Oppure, giocatelo su console. In ogni caso giocatelo, anzi, vivetelo. Disattivate tutti gli orpelli necessari come gli indicatori delle missioni, non usate i viaggi automatici e immergetevi nella vera Grecia antica, ricostruita con una dovizia di particolari che vi farà sgranare gli occhi dalla meraviglia almeno una volta a sessione. Almeno, perché è davvero tutto ricreato in modo eccellente. La storia principale segue il filone della saga di Assassin’s Creed e mi interessa meno, ma è ben costruita e innestata nel folklore ellenico e anche nelle grandi storie dei personaggi più e meno famosi, come quelle di Leonida e di Pericle.

Forse non ha una varietà di missioni secondarie degne di un Mass Effect, di un The Witcher, di SWTOR o di Skyrim, ma vi assicuro che se siete appassionati di mitologia classica, Assassin’s Creed è un gioco che vorrete sempre giocare e che vorreste non finisca mai.

Questo vuoto nel mondo videoludico è stato colmato. E se è vero che le cose belle sono tali perché rare, allora a questo punto mi auguro che per altri dieci anni, tanto è stato il tempo tra RISE OF THE ARGONAUTS e ASSASSIN’S CREED ODYSSEY, non vedremo altri videogiochi ambientati, con così tanta cura e dovizia di particolari, nel mondo ellenico.

Pubblicato da Capo (Francesco G.)

Un nerd sempre alla ricerca di miti e mondi lontani. Appassionato di arti visive, storia antica, epica e del fantastico in generale. Nel tempo libero, autore di romanzi e racconti.

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